Nel panorama delle agevolazioni a sostegno della transizione energetica, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha attivato uno strumento di rilievo per supportare le piccole e medie imprese italiane nell’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili. Si tratta del “Nuovo Sportello FER-PMI”, una misura introdotta ufficialmente con il Decreto Ministeriale del 13 novembre 2024, ora rafforzata anche dal Decreto Direttoriale del 28 marzo 2025, che ha prorogato i termini per la presentazione delle domande fino al 17 giugno 2025.
Obiettivo della misura è sostenere investimenti in impianti fotovoltaici, minieolici e sistemi di accumulo, in un’ottica di efficienza e indipendenza energetica. Il programma è parte integrante del PNRR ed è finanziato con risorse provenienti dal programma React-EU.
Il nuovo sportello FER-PMI si configura come uno strumento strategico per la competitività delle imprese, offrendo incentivi concreti alla decarbonizzazione e alla resilienza energetica. Le aziende sono chiamate a cogliere questa occasione per innovare i propri modelli produttivi, ridurre la dipendenza energetica dall’esterno e contribuire agli obiettivi climatici nazionali ed europei.
Chi può accedere e quali sono i requisiti?
Il bando è destinato a tutte le PMI italiane regolarmente costituite, comprese le microimprese. Restano escluse le imprese operanti nel settore carbonifero, della produzione primaria agricola e della pesca. Le aziende devono garantire il rispetto del principio “Do No Significant Harm” (DNSH) e delle norme UE in materia di sostenibilità.
L’iniziativa si rivolge in particolare a chi desidera:
- Installare impianti fotovoltaici o minieolici per autoconsumo;
- Acquistare sistemi di accumulo dell’energia prodotta;
- Sostenere i costi di diagnosi energetica e progettazione tecnica.
Il programma di investimento oggetto di agevolazione è consentito su edifici esistenti alla data di presentazione della domanda, destinati all'esercizio dell'attività o sulle coperture di strutture pertinenziali destinate in modo durevole al servizio dei predetti edifici.
L’edificio e le relative pertinenze devono essere nella piena disponibilità dell'azienda e risultare registrati presso la Camera di Commercio.
L'energia elettrica prodotta dall'impianto installato può essere destinata all'intera unità produttiva, energeticamente autonoma, anche se questa è articolata su più sedi (edificio e sue pertinenze), a condizione che:
- le sedi abbiano una funzionalità complementare;
- le sedi facciano parte di un complesso unitario e siano catastalmente confinate, nonché confinanti tra di loro.
Inoltre, devono essere collegate alla rete elettrica tramite POD esistenti e riconducibili alla stessa unità produttiva, la quale deve essere nella disponibilità del medesimo soggetto proponente. Tali condizioni devono essere dimostrate attraverso la relazione tecnica asseverata, da allegare al modulo di domanda
Entità e modalità dell’incentivo
Il sostegno è concesso sotto forma di contributo a fondo perduto secondo questa ripartizione:
- 40% per micro e piccole imprese;
- 30% per medie imprese;
- 30% aggiuntivo per i sistemi di accumulo;
- 50% per la diagnosi energetica.
Gli investimenti ammissibili devono rientrare in una forbice di spesa tra 30.000 e 1.000.000 di euro. L’energia prodotta deve essere destinata all’autoconsumo, con possibilità di accumulo per usi futuri, ma non alla vendita sul mercato.
Le domande devono essere presentate in modalità telematica attraverso il portale di Invitalia, soggetto gestore del bando. I richiedenti devono essere in possesso di:
- Identità digitale (SPID, CNS o CIE),
- Firma digitale del legale rappresentante,
- Indirizzo PEC.
Il termine di scadenza, inizialmente fissato a maggio 2025, è stato prorogato al 17 giugno 2025, ore 12:00, come stabilito dal Decreto Direttoriale del 28 marzo 2025. La proroga risponde all’esigenza di fornire più tempo alle imprese per predisporre con accuratezza i progetti e la documentazione richiesta.
Priorità al Sud e monitoraggio
Un aspetto rilevante è la riserva del 40% delle risorse a favore delle regioni meno sviluppate: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. La misura intende incentivare un riequilibrio territoriale, sostenendo la crescita del Mezzogiorno attraverso la transizione ecologica.
Invitalia gestirà non solo la fase istruttoria, ma anche il monitoraggio delle spese, i controlli ex post e la rendicontazione al MIMIT. In caso di esaurimento dei fondi, il sistema bloccherà automaticamente la possibilità di presentare ulteriori domande.
Le imprese interessate sono invitate a consultare la documentazione ufficiale e a presentare tempestivamente la propria candidatura.