È prassi di tutti i giorni che la collaboratrice domestica sia tenuta ad andare al supermercato, o in qualsiasi altro tipo di negozio, per fare la spesa. È prassi, non abitudinaria, che la colf segua la famiglia nella seconda casa, ad esempio nel week end¸ per attendere alle cure domestiche. È lecito un sistema del genere? E la colf, allorché lavora fuori casa, resta sempre assicurata contro gli infortuni sul lavoro? La risposta è positiva: in questi casi la colf è coperta dall’assicurazione INAIL, compreso anche il tragitto casa-lavoro e casa-negozio. Nessuna preoccupazione dunque da parte della colf e soprattutto del datore di lavoro che in caso contrario sarebbe chiamato a risarcire i danni derivante dall’evento lesivo.
Identica soluzione anche per il lavoro svolto presso dimore secondarie del datore di lavoro. Se dovesse accadere un infortunio, nella denuncia presentata all’INAIL sarà specificato il luogo dove è accaduto l’evento, chiarendo che si tratta di dimora temporanea. E tutto è a posto.
C’è però un terzo caso che merita un approfondimento, quando il datore di lavoro chiede alla colf di andare a fare le pulizie nella casa di un figlio o comunque di un parente. Anche in questa evenienza la colf è coperta contro gli infortuni? Qui la risposta è negativa. Non è ammesso che un lavoratore domestico venga assegnato, sia pure in modo temporaneo od occasionale, alla cura di una famiglia diversa. Una colf può senz’altro svolgere più lavori contemporaneamente e questo è un fatto abitudinario per quelle che lavorano a ore. Spesso la stessa colf lavora per due o tre nuclei familiari legati da un rapporto di parentela. Ma i rapporti restano diversi e nessun datore di lavoro è responsabile di quanto accade negli altri rapporti.
Se capita l’incidente, che succede allora alla colf? Per la lavoratrice non ci sono problemi, vale il principio della automaticità delle prestazioni per cui l’INAIL è comunque tenuto a pagare le dovute rendite. Il guaio è per il datore di lavoro che dovrà essere sanzionato per aver fatto lavorare una persona senza averla preventivamente denunciata all’INPS.
Ultimo caso: può un commerciante o un libero professionista inviare la colf nel negozio o nello studio a rassettare e fare le pulizie? Certamente sì. Ma per questo lavoro può continuare a essere assicurata come colf? Certamente no. Chi mette piede in un negozio o in uno studio professionale, insomma in un luogo ove è esercitata un’attività commerciale e liberale, deve essere assicurato come dipendente comune. E per questa attività il datore di lavoro deve aprire una nuova e diversa posizione INPS e INAIL, garantendo i minimi salariali e tutti gli aspetti normativi e retributivi del contratto collettivo di lavoro del settore.