Una società ha conferito ad un consulente aziendale titolare di una ditta individuale un incarico di consulenza al fine di "supportare le strategie commerciali e di sviluppo mediante la valutazione dei mercati ed il posizionamento nelle aree di interesse della stessa".
Quale la modalità di tassazione dei compensi mensili? E' corretto applicare la ritenuta d'acconto pari al 20% sul compenso stabilito per l'attività di consulenza?
Con la pubblicazione della Risposta n. 312/2021 l'amministrazione finanziaria ha ricordato che la Legge 4/2013 ha disciplinato tutte le professioni non facenti parte di ordini o collegi, le cosiddette "attività professionali senza albo"; tale legge dispone che "la professione è esercitata in forma individuale, in forma associata, societaria, cooperativa o nella forma del lavoro dipendente". Si evince, dunque, che il libero professionista non iscritto ad alcun albo professionale, è libero di poter esercitare la propria attività in tutte le modalità.
Attenzione, però, che sui compensi erogati la ritenuta d'acconto non va sempre applicata.
Infatti, la società committente è tenuta ad operare in qualità di sostituto d'imposta (versando all'Erario l'importo della ritenuta d'acconto espressa in fattura) solamente nel caso in cui il professionista svolga la propria attività come lavoratore autonomo.
Nel caso oggetto dell'interpello, la Società istante non dovrà operare in qualità di sostituto d'imposta in quanto il consulente è titolare di una ditta individuale.