Accade che l’azienda nel corso di una rateazione di pagamento di alcuni debiti contributivi con l’INPS non stia al passo con i versamenti correnti e quindi decada dalla rateazione. In questa ipotesi è possibile però recuperare la situazione attraverso l’uso della cosiddetta “rateazione breve”. In sostanza l’azienda con riferimento al nuovo debito può accedere ad un apposito piano di rateazione di durata non superiore a sei mesi che possa consentire, a fronte di una situazione di temporanea mancanza di liquidità, di rimettersi in pari con la contribuzione mensile o periodica, sempreché sia stata denunciata.
Questo strumento – che l’INPS ha disciplinato con Circ. n. 108/2013 e spesso dimenticato – può essere utilizzato:
- per una sola volta nel corso della rateazione principale;
- per un periodo contributivo di tre mesi per i datori di lavoro e i committenti e un trimestre/rata per i lavoratori autonomi.
Se il tutto viene versato con regolarità (sia la rateazione principale, sia quella breve) il datore di lavoro viene considerato dentro il requisito di correntezza contributiva. Attenzione: il mancato o parziale versamento mensile di una delle rate determinate con il piano di rateazione breve comporta:
- la revoca della rateazione principale;
- l’immediato termine della rateazione breve.
E l’intero debito sarà richiesto dall’INPS con avviso di addebito e consegnato all’Agente della riscossione per le successive attività di recupero.
Per completezza di discorso si ricorda che l’INPS prevede anche l’ipotesi di concessione di una nuova rateazione per un debito che si è creato nel corso di una precedente dilazione; in questo caso la nuova domanda può essere accettata a condizione che vi sia stata l’integrale definizione, con il pagamento delle rate accordate e ancora dovute, delle partite debitorie inserite nella precedente rateazione.