La materia previdenziale, già complicata di suo, è oggi più ingarbugliata perché per ogni pensione gli operatori INPS devono attivare un doppio calcolo. Il doppio calcolo è riservato ai lavoratori iscritti all’INPS e alle forme sostitutive ed esclusive che entro l’anno 1995 hanno versato contributi per almeno 18 anni e che per i periodi dal 2012 in poi applicano il calcolo contributivo e applicano il sistema misto: retributivo fino al 2011 e contributivo successivo. Sono escluse anche le pensioni di inabilità.
A differenza di quanto si è sempre ritenuto, in molti casi il metodo contributivo produce pensioni superiori a quelle create dal metodo retributivo. Ipotesi di cui in verità gli esperti erano a conoscenza, infatti a suo tempo si impedì l’opzione per il calcolo contributivo ai lavoratori che avevano almeno 18 anni di contributi entro l’anno 1995.
Oggi invece esiste il doppio calcolo. Nella sostanza su una ideale bilancia a due bracci si pone da un lato la pensione calcolata con il sistema retributivo e dall’altro la stessa pensione calcolata con il sistema contributivo: quella che pesa di meno (vale a dire quella con l’importo più basso) viene pagata al lavoratore. Risultato? Ci sono lavoratori che avranno un tipo di pensione e altri che avranno l’altro tipo.
Questa situazione nasce prevalentemente dalla concreta situazione dei lavoratori che hanno superato i 40 anni di contribuzione. Nel sistema retributivo i 40 anni erano un muro invalicabile. Avevi versato 42-45 anni di contributi? Niente da fare: in pensione vanno calcolati solo 40 anni. Nel sistema contributivo al contrario non ci sono muri: se paghi l’INPS per 45 anni hai diritto alla pensione rapportata all’anzianità di 45 anni. E più alta è l’età, migliori sono i coefficienti di calcolo.
Da qui l’idea del doppio calcolo, allargando al metodo retributivo (ovviamente in modo fittizio) anche i periodi di lavoro successivi all’anno 2011 che per legge sono consegnati esclusivamente al metodo contributivo.
Gli uffici INPS dapprima calcolano la pensione con il sistema misto per così dire regolare e poi rifanno il calcolo applicando integralmente il metodo retributivo, che quindi torna a incidere anche dopo essere stato sepolto. E se il calcolo misto risulterà migliore del tanto vituperato metodo retributivo, sarà quest’ultimo a finire nelle tasche del pensionato.