Non tutti i lavori vengono svolti a tempo pieno. Spesso si lavora in modo ridotto, qualche volta scelto per esigenze personali, ma in linea di massima per imposizione dell’azienda. Ebbene, il part-time oltre a ridurre la busta paga può avere conseguenze negative anche per la pensione.
Andiamo per ordine e vediamo innanzitutto quanti tipi di lavoro parziale esistono (dal punto di vista operativo avendo la legge eliminato queste distinzioni):
- Orizzontale: si lavora ogni settimana con orario ridotto, caso mai a giorni alterni.
- Verticale: si lavora una settimana si e una no; oppure un mese si e in mese no.
- Misto: si lavora alternando il part-time orizzontale con quello verticale.
Questo sistema di part-time ha riflessi negativi sulla pensione. Innanzitutto perché con il lavoro parziale si guadagna di meno, si versano meno contributi e quindi si avrà una pensione ridotta.
La situazione è negativa in modo particolare nel caso di part-time verticale perché ci sono periodi di mancato lavoro (una settimana, un mese, tre mesi, ecc.) e quindi periodi senza copertura contributiva. Ma in questi giorni la Corte di cassazione ha preso una decisione in senso favorevole agli interessati, annullando le disposizioni contrarie dell’INPS.
- Secondo l’INPS i periodi non lavorati riducono il numero dei contributi.
- Secondo la Cassazione invece non incidono sul numero dei contributi. Ciò significa che un lavoro part-time verticale, riferito a un anno intero, viene svolto ad esempio per sei mesi, dall’INPS deve essere calcolato in pensione come un intero anno di anzianità. In sostanza come se fossero stati lavorati tutti i 12 mesi.
A questo punto però è bene ricordare che i periodi di part-time devono rispettare il cosiddetto minimale retributivo, vale a dire la consistenza della retribuzione non deve scendere sotto una certa soglia che si modifica ogni anno.
Vediamo la situazione attuale. Retribuzione minima:
- settimanale: 202,97euro;
- annua: 10.554,44 euro.
Con retribuzioni inferiori l’INPS riduce in proporzione il numero delle settimane utili a pensione. E questo è un principio di carattere generale, applicato anche al lavoro svolto full-time.