L’INPS bussa alla porta (e alle tasche) di artigiani e commercianti. Novembre è un mese complesso perché maturano una di seguito all’altra le scadenze di metà e fine mese. L’INPS suona due volte:
- entro venerdì 16 novembre si paga la terza rata dei contributi fissi;
- entro venerdì 30 novembre si paga il secondo e ultimo acconto dei contributi a percentuale.
Dei contributi fissi conosciamo l’esatto ammontare in quanto sono calcolati sul cosiddetto reddito minimale che quest’anno è di 15.710 euro. Conoscendo la percentuale contributiva a carico delle due categorie e applicandola al reddito risulta che devono versare all’INPS quale terza rata di luglio/settembre 944,46 euro gli artigiani, e 948,00 euro i commercianti. Nelle due somme è compresa anche una piccolissima quota dovuta all’assicurazione per la maternità.
Per i contributi a percentuale (si pagano in due tranche) invece non si può dare una cifra valida per categoria, in quanto il calcolo è legato alla misura del reddito di impresa di ogni singolo lavoratore. Più è alto il reddito più pesante è il contributo. Possiamo però indicare qual è l’aliquota da rispettare, che è più alta rispetto alla scorso anno dello 0,45%.
Il contributo è dovuto solo sulle quote di reddito di impresa superiori a 15.710 euro, in quanto fino a tale cifra sono già calcolati e pagati i contributi in modo prefissato, come abbiamo detto in precedenza. Perciò chi ha un reddito fino a 15.710 euro non deve pagare alcun contributo oltre la quota fissa.
Gli artigiani applicano la percentuale di 24,00% e i commercianti di 24,09%. I familiari collaboratori fino ai 21 anni di età pagano le aliquote con lo sconto di tre punti. Poiché però è già stata pagata nei mesi di luglio/agosto scorsi la prima metà dell’acconto, adesso si deve calcolare e applicare la seconda metà e cioè 12,00% gli artigiani e 12,045% i commercianti. Il saldo rispetto a questi due acconti sarà definito e pagato all’INPS nel periodo luglio/agosto 2019 in occasione della presentazione della denuncia annuale IRPEF.
Se però il reddito 2018 supera 46.630 euro lordi sulla eccedenza va calcolata l’addizionale 1%, per cui le aliquote intere salgono rispettivamente al 25,00% e 25,09%. In ogni caso c’è un tetto massimo, oltre il quale non si pagano più i contributi INPS. Quest’anno è 77.717 euro, elevato a 101.427 euro per i lavoratori privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 e che sono perciò iscritti a INPS con decorrenza gennaio 1996 o successiva.
L’INPS non invia più le comunicazioni con le quali a ogni lavoratore venivano forniti i dati e gli importi utili per i pagamenti. Ma queste informazioni esistono, e sono reperibili nel sito www.inps.it, esattamente nel “cassetto previdenziale” di ogni singolo interessato. Ognuno può perciò visualizzare e stampare il modello F24 per il pagamento.