Una pensione più alta del 45% oppure 7 mila euro di contributi in meno da pagare. Se un medico appena diplomato in una scuola di specializzazione avesse versato tutti i contributi previdenziali alla quota B dell'Enpam invece che alla gestione separata dell'INPS, questi sarebbero stati i vantaggi. Cosi sostiene una simulazione realizzata dalla Fondazione Enpam. Partendo dalla busta paga di uno specializzando in radiologia, sono state verificate due distinte ipotesi in cui il giovane medico avesse versato i contributi dei quattro anni di corso (dal 2014 al 2017) alla quota B.
Nella prima ipotesi sono stati presi in considerazione i contributi effettivamente pagati all'INPS, valorizzandoli come se fossero stati versati alla quota B di Enpam. È stato simulato un pensionamento a 68 anni con le attuali regole: con il sistema contributivo indiretto Enpam il medico otterrebbe una pensione di 1.625 euro, contro i circa 1.120 euro riconosciuti dall'INPS in base agli ultimi coefficienti di trasformazione.
La seconda ipotesi ritiene che agli specializzandi fosse concessa dal legislatore, oltre al passaggio al fondo di quota B di Enpam, anche l'applicazione delle stesse aliquote degli altri iscritti. In questa situazione lo stesso specializzando avrebbe risparmiato dal 2014 al 2017 circa 7 mila euro di contributi. E al momento di andare in pensione a 68 anni, l'assegno sarebbe stato comunque comparabile: circa 1.040 euro contro i soliti 1.120 euro di INPS.