La possibilità di trasformare gli enti no profit come le associazioni sportive in società a tutti gli effetti, introdotta dalla Legge di Bilancio per il 2018, è stata cancellata dal Decreto dignità (D.L. n. 87 del 13 luglio 2018, pubblicato nella G.U. n. 161 del 13 luglio 2017) prima che la norma diventasse pienamente operativa.
Secondo il Governo, lo sport dilettantistico non deve avere fine di lucro. Di qui la decisione di abolire il nuovo sistema restituendo alle Asd vere meno burocrazia e la possibilità di operare senza le complicazioni che questa normativa, a partire dal prossimo 10 luglio, avrebbe comportato.
Le novità sono contenute nell’art. 13 del Decreto legge.
La trasformazione annunciata
Il precedente Governo aveva deciso la trasformazione delle società da amatoriali a scopo di lucro, con l’obiettivo dichiarato di un rafforzamento del settore sportivo dilettantistico finalizzato all’attrazione di risorse finanziarie in grado di supportare una crescita che potrebbe avere anche effetti importanti sull’occupazione e recupero di gettito derivante dall’emersione di materia imponibile sinora rimasta sommersa in quanto l’attività sportiva dilettantistica, gestita da sodalizi senza scopo di lucro, risulta quasi totalmente detassata.
Per questo era stato previsto che le attività sportive dilettantistiche potessero essere esercitate con scopo di lucro in una delle forme societarie previste e disciplinate dal Titolo V del Libro quinto c.c. (artt. 2247 e ss.), vale a dire: società semplice, società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società per azioni, società in accomandita per azioni e società a responsabilità limitata.
La norma fissava poi specifici paletti; era stato difatti espressamente previsto, che a pena di nullità, lo statuto delle società sportive dilettantistiche con scopo di lucro dovesse contenere nella denominazione o ragione sociale, la dicitura “società sportiva ...